Canzoni Bellissime e il loro Significato

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1.

Introduzione: il Valore della Musica

Oggi parleremo di musica, e in particolare ci soffermeremo su alcune canzoni per me significative. Purtroppo, spesso si pensa alla musica come a un semplice passatempo, un'attività per evitare la noia o ridurne gli effetti. Nulla di più errato. La musica possiede un valore interiore che non ha prezzo, e dimostra la sua essenza attraverso il suono, elemento che la contraddistingue dalle altre forme d'arte, e l'eventuale testo. La bellezza di un brano è data da diversi aspetti, tra cui spicca l'originalità, del suono o del testo, l'atmosfera che questi suggeriscono, le emozioni e i pensieri che ispirano.

Si sente dire, in giro, che la musica di oggi non è come quella di una volta, che nell'epoca passata la qualità musicale era superiore. Invece, molta buona musica è prodotta anche oggi. Di certo esiste musica prodotta male o che cela violenza e razzismo contro determinate etnie.

Nota importante. Le canzoni e i brani non sono disposti in un particolare ordine. Ho effettuato una selezione, scegliendone dieci, ma le canzoni e i brani bellissimi sono molti di più.

2.

"Mad World" di Gary Jules

La versione di "Mad World" dell'americano Gary Jules, conosciuto per questa cover, fu realizzata nel 2001, diciotto anni dopo l'uscita dell'originale dei Tears for Fears. È malinconica, al contrario di quella dei Tears for Fears. Mentre Jules è un osservatore consapevole, i Tears for Fears, che sembrano voler sdrammatizzare la questione, inseriscono un elemento di follia non scontata. Quella di Gary Jules si rivela un'interpretazione altrettanto fine, di notevole intensità comunicativa, sembra voler descrivere una scena a un ipotetico ascoltatore.

All around me are familiar faces

Worn of places, worn out faces

Bright and early for the daily races

Going nowhere, going nowhere

La metafora consumata dell'attore nello spettacolo della vita è limitativa. E si comprende benissimo nel quarto verso. Non c'è nessuno spettacolo, è una trama sconclusionata, dove si trova la morale, se intorno non vediamo altro che il nulla? La nostra vita ci rappresenta, o è un insieme di fili spezzati? "Mad World" sorprende con sfumature di indifferenza, un'indifferenza frutto dell'impossibilità di capire.

And I find it kind of funny 

I find it kind of sad

The dreams in which I'm dying

Are the best I've ever had

3.

"The Everlasting" dei Manic Street Preachers 

"The Everlasting" uscì nel 1998 come parte dell'album "This is my Truth Tell me Yours" del gruppo gallese dei Manic Street Preachers. Il titolo può essere visto come la rappresentazione dell'infinito nel senso di eternità, oppure inteso come un ripetersi ciclico. Molti hanno mosso teorie sul significato del testo, una tela bianca su cui costruire la propria interpretazione.

The world is full of refugees 

They're just like you and just like me 

But as people we have a choice 

To end the void with all its force

Le parole si spostano sui sorrisi che si spengono, sugli spazi che si svuotano, sulle distanze che si allungano. Potrebbe essere una metafora sul passaggio dall'infanzia all'età adulta, o sull'incapacità di comunicare da cui siamo circondati: discorsi manipolati per ricevere consenso, perdita di fiducia nel prossimo o nel presente.

In the beginning 

When we were winning 

When our smiles were genuine 

Se crediamo che la canzone parli dell'infanzia, allora viene contrapposta la realtà del sentimento della giovinezza al continuo fingere sensibilità dell'età adulta, una finzione mirata alla sopravvivenza: conquistarsi un migliore posto di lavoro, mantenere alleanze comode, lavarsi le mani di un problema causato da noi, anche nella realtà quotidiana. Si distingue a fatica l'emozione pura dall'emozione surrogata.

4.

"The Last Song" di Elton John

"The Last Song", facente parte dell'album "The One" del 1992 del cantante inglese Elton John, riflette sul delicato equilibrio tra padre e figlio. Pure conoscendo a grandi linee la vita di Elton John, è noto che non abbia avuto un buon rapporto con il padre. Qui il rapporto si fa universale, un canto amaro e malinconico, una ricerca di conforto, rassicurazione, non una preghiera rivolta a un dio superiore, bensì verso un uomo lontano. Sarebbe ingiusto, tuttavia, non affidare merito a Bernie Taupin, che scrisse il testo.

Today I weight less than a shadow on the wall

Just one more whisper of a voice unheard tomorrow

Le parole sono poetiche, trasportano nella canzone, la più bella di Elton John, del quale ne sono maggiormente note molte altre.

Tomorrow leave the windows open

As fear grows please hold me in your arms

Won't you help me if you can to shake this anger?

I need your gentle hands to keep my calm

Il narratore è un uomo sconfitto dalla vita, ma potrebbe essere anche un ragazzo, una ragazza o una donna, dato che non viene specificato. Si sente solo e abbandonato, e cerca una voce poco ascoltata, ma che forse lo aiuterà.

Things we never said come together 

The hidden truth no longer haunting me

Tonight we touched on the things that were never spoken 

The kind of understanding sets me free

Finalmente, il narratore riconcilia con il padre, ritrova il suo affetto e scopre la verità.

5.

"Le Cygne" di Camille Saint-Saëns

"Le Cygne", penultimo dei quattordici movimenti del "Carnival des Animaux" del compositore francese Camille Saint-Saëns, fu composto nel 1886. Intende trasportare l'ascoltatore nella leggenda Greco-Romana della "canzone del cigno", secondo la quale il cigno rimane silenzioso per tutto il tempo fino ai momenti finali della propria vita, durante i quali canta la più bella delle canzoni. Il brano, in cui il solo violoncello era inizialmente accompagnato da due pianoforti, evoca colori di nostalgia, con l'occhio rivolto al futuro imminente. L'Andantino Grazioso e i vari arpeggi conferiscono al brano la dolcezza di un abbraccio, mantenendo un tono vagamente inquieto, di attesa. È come se il cigno volesse comunicarci la felicità di parlare, ma anche la tristezza che lo aspetta. Ne nasce un capolavoro immortale, che stupisce oltre le barriere del tempo come la bellezza dei cigni.

6.

"The Mute" di Radical Face

"The Mute" è una canzone di Radical Face, pseudonimo di Ben Cooper. Parte dell'album "Family Tree: The Branches" del 2013, "The Mute" è davvero preziosa. Ben Cooper parla in prima persona, raccontando la storia di un ragazzo, o di una ragazza, che soffre di mutismo. Le parole sono, tuttavia, condivisibili, e molte persone, pure non vittime di una sindrome del genere, si riconoscono nel testo, così da divenire parte di un coro figurativo.

Well, as a child I mostly spoke inside my head

I had conversations with the clouds, the dogs, the dead

And they thought my broken, that my tongue was coated lead

But I just couldn't make my words make sense to them

If only listen with your ears I can't get in

I pensieri del ragazzo sono insoliti, eppure magnifici: c'è una magia in ogni sua azione e, a mano a mano che la canzone procede, ci sentiamo sempre più in armonia con lui, un sentiero che percorriamo alla cieca, solo con le sue parole come guida.

And I spent my evenings pullin' stars out of the sky

And I'd arrange them on the lawn where I would lie

And in the wind I'd taste the dreams of distant lives 

7.

"Flight" di Johannes Bornlöf

"Let's Run Away Together", parte dell'album "The Boy Who Flew Away" del musicista svedese Johannes Bornlöf, è un concentrato di emozioni. Il brano, uscito nel 2016, pare un capolavoro di musica classica dell'Ottocento: non ha nulla da invidiare ai più famosi compositori di quell'epoca. Trasmette sensazioni diverse a chiunque la ascolti, ma forse l'idea predominante è di libertà. Per me, il luogo in cui possiamo volare via insieme è l'immaginazione, ma ognuno la interpreta in base alle proprie esperienze. La solitudine diventa un'esperienza mistica, e il corpo si eleva verso luoghi inesistenti e inesplorati.

8.

"Stranded Lullaby" di Miracle Musical

"Hawaii Part II" è un progetto da una-volta-nella-vita realizzato nel 2012 da Miracle Musical, gruppo americano composto dai precedenti membri dei Tally Hall, a parte Andrew Horowitz. L'album intende raccontare una storia, di cui tuttora non c'è una versione ufficiale, ma da cui sono nate tante teorie. Una delle più accreditate ritiene che un ragazzo sui diciannove anni, Simon, si sia innamorato di una donna dopo essere salpato sulle Hawaii senza una particolare ragione. Un giorno, la donna viene assassinata in una foresta, e Simon viene sottoposto a un processo labirintico. Viene trattato con elettro-shock e inizia a delirare, sperando di poter tornare indietro dall'amante con una macchina del tempo e confondendo la voce di una sirena con quella dell'amante.

Ognuno può creare la propria interpretazione, l'album è ricco di spunti, canzoni diverse collegate da un filo invisibile.

L'album è composto da undici canzoni. "Stranded Lullaby", la penultima, è composta da un testo criptico, a un primo ascolto indecifrabile.

There's a still tension in the swell 

Of dreamt debris afloat amidst the waves and then dispel

Sentiamo di muoverci verso una terra lontana, mentre una polvere si disperde tra le onde dell'oceano, un ricordo di una storia inconclusa.

Aimless thoughts and papers blown around

A million moments meant remembered rest in deep dark sound

Game the mess

I'd like to know while you are all alone while I'm lost at sea

Maybe we'll be there when you want

È un'atmosfera onirica, al di fuori di qualsiasi definizione, delicata e dolce, la melodia pare fermarci, suggerisce di rallentare il respiro, di far nostre le parole o lasciarle scorrere come una serie di immagini e impressioni assurde. Affascina.

9.

"If I Could Be Where You Are" di Enya

"If I Could Be Where You Are" è una canzone della musicista irlandese Enya, registrata nel 2005 come parte dell'album "Amarantine". Sono melodie vissute, una traccia indelebile nella mente dell'ascoltatore. Una canzone notturna, da ascoltare immaginando di essere vicino a coloro i quali si trovano lontani da noi.

Where are you in this moment

Only in my dreams

You're missing, but you're always

a heartbeat from me.

Enya intende ingannare la realtà, come un essere umano che si trovi nella medesima situazione, in una strada al di fuori della luce. Inganna la realtà perché inganna se stessa. Inganna le sue certezze, certezze che crollano, illusioni a cui ha smesso di credere. Cerca una strada che la conduca verso le persone che ha perduto.

I'm lost now without you.

I don't know where you are.

I keep watching,

I keep hoping,

but time keeps us apart.

E ancora prosegue la ricerca, mentre il tempo scorre e divide, insofferente alla speranza.

10.

"La Moldava" di Bedřich Smetana

"La Moldava", brano dalle suggestive atmosfere, fu composta da Bedřich Smetana nel 1875. Trasporta gli ascoltatori lungo il corso del fiume ceco. Dipinge con limpidezza il paesaggio, il proseguire del fiume, in città e in campagna, e anche oltre. La melodia è suonata da numerosi strumenti, quali due oboi, due flauti, due clarinetti, i timpani, tre tromboni, tre trombe, tre corni, l'arpa e la percussione. È una canzone nazionalistica, quindi profondamente legata al Romanticismo, con il quale Bredřich Smetana diviene portavoce delle bellezze naturalistiche della sua terra. Ascoltandola, sembra di percepire il corso del fiume, il suo lento cammino prima di immergersi in mare, prima di perdersi fra le onde. Il corso della Moldava può essere paragonato alla crescita umana, dall'infanzia all'età adulta, passando per l'adolescenza, attraverso momenti felici e periodi bui. Il mare può simboleggiare un posto sicuro, in cui rilassarsi, oppure, al contrario, un luogo sconosciuto e, forse, tenebroso. O magari rappresenta la fine di un percorso, magari di un'esperienza scolastica, di un viaggio, di un anno.

11.

"The Ship in Port" di Radical Face

"The Ship in Port" è una canzone di Radical Face dell'album "The Family Tree: The Branches" del 2016. Ben Cooper scrive della sua vita, tranquilla ma piena di sconvolgimenti, l'affetto verso la propria città, verso la propria casa, verso la natura.

Some say our dreams are a distant road

Down which our heart would like to go

La metafora è straordinaria, si percepisce l'idea di ciclo, di ripetizione, come le fasi della luna. Ben Cooper si rivolge a un "tu" non specificato, che tuttavia si può intendere se si conoscono anche solo brandelli della sua storia. Potrebbe essere un membro della famiglia, il fidanzato, oppure l'ascoltatore, nella speranza di ottenere una risposta di rimando. La sua voce è, quindi, un invito a cercare, a rimanere nel proprio posto sicuro, al contempo seguendo il corso del tempo. I dubbi sono molti, eppure ognuno può cogliere un frammento di verità.

Then everything danced to a stranger tune

And we found our song, and we found our truth

Anche in questo passo, Ben Cooper potrebbe rivolgersi a un gruppo ristretto di persone, a una persona in particolare o all'umanità. Al di là delle intenzioni del cantante, il testo si pone, nei misteri del suo simbolismo, come un inno dell'umanità, un inno figurativo, aperto, dal finale incerto.

As we danced among the ashes of our lives

We laughed it off

And then we burned our tiny worlds

We found the ocean

Just beyond those bitter walls

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