Malinconia tra Scienza e Arte

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Introduzione

Malinconia. A cosa ci fa pensare questa parola? Di certo racchiude molteplici sfumature di significato. Questa peculiarità è dovuta all'evoluzione del termine nelle varie epoche.

Oggi ci sentiamo malinconici, per esempio, mentre osserviamo un quadro, ascoltiamo una canzone, leggiamo un libro, guardiamo un film che incarnano sensazioni tristi o tetre. Tuttavia, spesso proviamo piacere, e anche una nota di gioia, in questi momenti. Basti pensare che Victor Hugo definì la malinconia come "la felicità di essere tristi". La malinconia ci permette di esprimere emozioni contrastanti, un ponte tra sorridere e piangere. Può essere paragonata a un arcobaleno, pur essendo stata considerata, nel corso della storia, una componente dell'organismo dalla connotazione negativa.

Paesaggio dominato dalla luna, emblema dell'ignoto
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Dottrina degli Umori

Originariamente il termine indicava uno dei quattro umori di Ippocrate. "Malinconia" deriva infatti da parole greche che significano letteralmente "bile nera". Ippocrate, autore del famoso giuramento, fu uno scienziato greco vissuto tra il V e il IV secolo avanti Cristo. Oggi considerato il fondatore della medicina o "arte medica", egli stabilì la "teoria degli umori", secondo la quale la salute si basa sull'equilibrio armonico di quattro umori, riconducibili a diverse zone del corpo. Le malattie, invece, sono causate da alterazioni di tali umori dovute all'ambiente, allo stile di vita, ai traumi dell'individuo. Secondo Ippocrate, la natura è "il medico di tutti i mali" e quindi la figura del medico si deve occupare semplicemente di rimuovere l'umore corrotto. A questo scopo era essenziale il dialogo con il malato, necessario a comprendere la prognosi della malattia attraverso domande al malato e l'osservazione del suo corpo. La prognosi è l'andamento di una malattia nel tempo.

Tornando agli umori, ognuno di essi era associato a uno dei quattro elementi fondamentali delle cosmogonie occidentali, le storie che tentavano di spiegare l'origine del cosmo o universo. Tali elementi sono l'aria, l'acqua, il fuoco e la terra.

Il sangue, un liquido caldo e umido, era associato all'aria e localizzato nel cuore. Corrispondeva al temperamento, ovvero alla disposizione dell'anima, sanguigno, dolce, e veniva chiamato anche "umore rosso".

Il flegma, un liquido freddo e umido, era associato all'acqua e localizzato nel cervello. Corrispondeva al temperamento flemmatico, pacato.

La bile gialla, un liquido caldo e secco, era associata al fuoco e localizzata nel fegato. Corrispondeva al temperamento collerico, aggressivo.

La bile nera, un liquido freddo e secco, era associata alla terra e localizzata nella milza. Corrispondeva al temperamento malinconico, triste, e veniva chiamata anche "umore nero".

È inoltre essenziale considerare che tali umori, in quanto concorrenti all'armonia dell'insieme, non vanno considerati separatamente.

Le emozioni s'intrecciano sul volto del ragazzo
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Platone e Galeno

Fin dai tempi degli antichi Greci, la malinconia venne associata con la tristezza. Il medico Areteo di Cappadocia descrisse lo stato di perdita di tono vitale e il senso di vuoto tipici del temperamento malinconico, che potevano tendere al suicidio. Si riconosce quindi un, seppur sottile, rapporto tra malinconia e mania. I disturbi psichici febbrili furono distinti dalla malinconia da Sorano di Efeso, mentre l'ipocondria, ovvero l'ansia per la salute altrui, venne per la prima volta associata alla bile nera dal medico e filosofo Galeno. Si tratta di una figura complessa, che riprese gli insegnamenti dei propri maestri e li perfezionò, in modo da dimostrare le proprie teorie a riguardo del corpo umano nel suo insieme. In particolare, egli divise il corpo umano in tre grandi sistemi:

• il cervello, sede dell'anima razionale e del pneuma (fluido) psichico, motore delle funzioni involontarie necessarie alla vita dell'organismo, come la digestione;

• il cuore, sede dell'anima emotiva, del pneuma vitale e di un calore innato, motore dei fenomeni emotivi passionali, come la paura e la collera;

• il fegato, sede dell'anima nutritiva e riproduttiva e del sangue.

Galeno fu un innovatore nel campo della medicina, in quanto, pur accettando la teoria degli umori di Ippocrate, credeva che la medicina fosse una via scientifica e razionale per scoprire il destino dei corpi e quindi della propria salute. Effettuò quindi una sintesi tra le credenze empiriche di Ippocrate e quelle dogmatiche o razionaliste dei medici di Alessandria, Erofilo ed Erasistrato. Mentre gli empiristi riconducevano la medicina all'osservazione dei sintomi, i dogmatisti sostenevano la necessità di ricercare le cause anatomiche delle malattie, spesso invisibili. È a partire dal lavoro della scuola di Alessandria che la medicina riaffiorò alla fine del Medioevo e all'inizio del Rinascimento.

Va notato come nei primi tempi la medicina e la filosofia si influenzavano reciprocamente, tanto che la medicina forniva un modello alla filosofia. Platone credeva che la medicina offrisse una base alla filosofia. Egli divise l'anima in tre parti, ognuna associata a una virtù. Secondo Platone:

L'anima razionale è sapiente e si basa sull'intelletto.

L'anima irascibile è coraggiosa e si basa sull'aggressività.

L'anima concupiscente è temperata e si basa sul desiderio.

Platone
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Aristotele

Aristotele, facente parte della triade dei filosofi greci dell'età classica, affermava che l'anima, la psyché, fosse il principio vitale che dà forma agli organismi viventi. Nella medicina, secondo lui, domina la causa finale, ovvero lo scopo delle cose: grazie alla natura, ogni parte del corpo ha una funzione e la forma degli organi dipende dalla funzione che devono svolgere. La sua filosofia è detta cardio-centrica perché pone al cuore un posto di primo piano, in quanto sede dell'anima sensitiva, che governa le percezioni. Oltre all'anima sensitiva, Aristotele distinse un'anima vegetativa, responsabile della crescita e della riproduzione, propria di tutti i viventi, e un'anima razionale, propria solo degli umani, che governa il pensiero e l'intelletto.

In particolare, Aristotele sosteneva che tutti gli individui eccezionali hanno un temperamento malinconico. Una convinzione di questo tipo si è protratta nell'epoca moderna, diversamente da come fu concepita da Aristotele. Attorno al mito di Aristotele era avvolta una specie di aureola, si credeva a tutto ciò che egli diceva, addirittura girava l'espressione "ipse dixit", ovvero "così dice lui". Tuttavia questa affermazione fu fraintesa. Ancora oggi qualcuno crede che le persone "geniali" siano depresse. Aristotele affermò che fosse probabile che le persone "geniali" fossero depresse, ma questo non accade necessariamente.

Bisogna considerare la differenza fondamentale tra la melancolia, la vera e propria depressione da cui il malato non vede via di uscita né consolazione in una cura, e la malinconia, il temperamento o stato d'animo malinconico.

"Il Pensatore" di Rodin incarna l'immagine del pensatore malinconico
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Medioevo

Nel Medioevo, la concezione della malinconia si allontanò enormemente da quella ippocratica. Mentre Ippocrate ripudiava la magia e la stregoneria, i medievali arrivarono a considerare il temperamento malinconico un peccato mortale, segnato da inerzia spirituale, accidia, rinuncia al linguaggio, alla volontà e all'istinto vitale. Un vero e proprio morbo, una malattia, che causava la morte della creatività e della voglia di vivere. Non che non si cercassero cure, ma erano perlopiù di natura magica, demoniaca, basate sull'osservazione degli astri e la penitenza sul piano religioso. Lo stesso Dante, nella "Divina Commedia" inserì gli accidiosi in uno dei gironi dell'Inferno.

Grazie al filosofo Agostino per la prima volta la filosofia venne intrecciata con la storia, parallelamente, però, nacque un conflitto tra Stato e Chiesa, dovuto al fatto che le affermazioni di Agostino furono fraintese. Egli infatti individuò due tipi di città: la "città dell'uomo", segnata da conflitti e guerre, e la "città di Dio", che mirava alla pace spirituale. Agostino non identificò mai la "città di Dio" con la Chiesa, poiché ogni città è soggetta ai diversi temperamenti dell'essere umano, tuttavia la "città di Dio" venne associata alla Chiesa.

Dante Alighieri
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Rinascimento

Nel Rinascimento, epoca dell'Umanesimo e del ritorno alla classicità, venne ripreso l'antico legame tra malinconia e genio, per esempio dallo scienziato e filosofo Cornelio Agrippa. Emblema di questa epoca, almeno nel campo che stiamo analizzando, è la "Melencolia" di Albrecht Dürer, artista tedesco. Egli rappresentò la malinconia dell'artista nel senso di "colui che crea" attraverso la personificazione del sentimento in una figura femminile oscura ed enigmatica che guarda la situazione confusa davanti a sé con le mani in testa. Dürer raffigurò numerose figure geometriche, riprendendo l'importanza della geometria affermata da Platone. Si può supporre il valore simbolico della figura femminile, in quanto le donne sono creatrici, nella procreazione e nell'intelletto.

La rivalutazione dell'essere umano e delle sue emozioni fu uno dei motivi che portò all'elevazione della malinconia. L'individualismo, ovvero l'idea che non siamo solo esseri umani, ma anche unici, causò il culto del genio. L'uomo rinascimentale è colui che supera ogni limite, imponendosi in una società basata sul razionalismo e sull'intelletto. Sfortunatamente, si sviluppò un parallelo "antiumanesimo", che causò brutali conquiste, come quella dell'America, e i roghi contro le streghe.

Dettaglio de "La Scuola di Atene" di Raffaello
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Barocco

È nel Barocco, l'epoca degli sfarzi e del "carpe diem", che un bibliotecario di Oxford, Burton, pubblicò "The Anatomy of Melancholy", intesa a descrivere le cause e gli effetti della malinconia. Fu un'epoca di fermenti, che portò l'uomo ad afferrare la vita e a riflettere sulla caducità della stessa. Lo stesso Shakespeare tramutava in opere e spettacoli teatrali i conflitti interiori che muovevano i personaggi, basti pensare al celebre "Essere o non essere: è questa la questione" e alla morte di Ofelia de "Amleto". Burton arrivò alla conclusione che tutto è vuoto, tutto è illusione, un pozzo senza fondo. Burton, dopo aver passato in rassegna le tragedie che possono abbattersi sull'essere umano, giunse alla domanda finale: "Sono scontento. Perché allora desidero vivere?"

Parallelamente, ebbe seguito il determinismo, corrente filosofica secondo la quale il destino è insito nelle cose stesse. La riflessione sulla caducità della vita, che in quest'epoca trovò la principale espressione nel teatro, avrà grande risonanza nella poesia.

Nel secolo successivo, segnato dall'Illuminismo e quindi la rivalsa dell'intelletto, la malinconia, pur non perdendo il proprio valore in campo artistico, venne posta in secondo piano, in quanto emozione e percezione.

L'abbondanza e lo sfarzo del Barocco
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Poetica del Vago e Indefinito

Giacomo Leopardi, poeta italiano vissuto tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, sosteneva che il "Bello Poetico" consistesse nel Vago e nell'Indefinito, ovvero tutto ciò che è lontano e ignoto e quindi l'essere umano può figurarsi solamente attraverso l'immaginazione. In una prima fase della sua poetica egli sosteneva che, mentre l'uomo moderno è infelice, l'uomo primitivo era felice grazie al rapporto con la natura. In seguito, tuttavia, giunse alla conclusione che l'uomo sia sempre stato infelice, perché nel mondo materiale c'è sempre uno scarto tra l'aspettativa e il raggiungimento del desiderio, che inaspettatamente, una volta ottenuto, ci deluderà. Mentre i "termini" sono chiari e univoci, le "parole", soprattutto quelle legate alla notte, al ricordo, all'infinità, all'indeterminatezza e alla solitudine, sono vaghe e indefinite e per questo adatte alla poesia.

Libro di poesie
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Romanticismo

Il Romanticismo, il movimento culturale e sociale che distinse l'Ottocento, rivalutò la malinconia, anche nelle sue forme più estreme. Non a caso in questo secolo prolificarono movimenti artistici come l'Impressionismo, teso a catturare le luci e quindi le emozioni dei momenti e dei paesaggi, e l'Espressionismo, che con pennellate vivide mirava a sottolineare l'estraniazione dell'uomo dalla società. E non è neppure per caso fortuito che simboli di questo secolo sono romanzi malinconici, spesso gli stessi protagonisti soffrono di disturbi, o quantomeno li manifestano, psicologici, dovuti alla potenza dei sentimenti, in gran parte non contraccambiati. Romanzi di questo tipo sono "Jane Eyre" di Charlotte Bronte, oppure "Cime Tempestose" della sorella Emily. L'Ottocento è il secolo della poesia, Alfred Tennyson, la solitaria e misteriosa Emily Dickinson. A dominare il secolo fu anche la nostalgia, nostalgia per il passato, per le terre lontane, l'amore passionale per la propria terra e la natura. Nel campo dell'arte, come non menzionare Vincent van Gogh, con la sua "Notte Stellata" o l'autoritratto con l'orecchio bendato? Edvard Munch, oltre al celebre "Urlo", rapprentazione del male di vivere causato dall'alienazione dalla società, compose una serie di quadri intitolata "Malinconia".

La stessa idea di "eroe romantico" è basata sull'estremismo, sullo sfidare la legge, intesa in senso collettivo ma anche individuale. Si può dire che gli eroi romantici fossero figure squilibrate: a questo punto, se le si va a paragonare alla dottrina di Ippocrate, in molti casi risulta che erano malate. E infatti molte soffrivano di disturbi psichici, soprattutto nel mondo della letteratura, per eccesso di un umore o di un sentimento: pensiamo a Heathcliff di "Cime Tempestose" o a Victor di "Frankenstein". La morte è dovuta entrambi all'essere andati oltre al limite che il corpo avrebbe potuto sopportare, per l'ossessione amorosa e i sensi laceranti di colpa.

Van Gogh è l'immagine del melancolico aristotelico per eccellenza: intelligente e creativo, soffriva di disturbi psichici ed è associato all'immagine del "genio pazzo fallito". Van Gogh di certo fu molto diverso da come la gente lo rappresenta, eppure non si può negare che fosse mosso da turbamenti psichici, che sfruttò come spinta creativa per produrre numerosi quadri nonostante le difficoltà logistiche dell'ospizio.

Durante il Romanticismo la musica divenne veicolo di sentimenti e stati d'animo puramente malinconici, seppur contrastanti, a partire dalle sinfonie dell'austriaco Beethoven, per proseguire con il polacco Chopin e i notturni. Nonostante la musica di questo tipo sia stata composta in epoca romantica, viene erroneamente definita "classica", in quanto viene considerata simile a quella del settecentesco Mozart. Analogia assolutamente falsa, tuttavia non si può negare che sia Mozart che Chopin abbiano composto musica molto differente da quella contemporanea. Si tratta di brani che, pur non usufruendo della voce, comunicano perfettamente il conflitto o la pace interiore del compositore. Ancora oggi alcuni compositori si ispirano a quelli romantici, massimi esponenti di una musica dalle connotazioni azzurre, evocatrice di pensieri e remoti ricordi.

Proprio durante il periodo romantico la solitudine venne cominciata a considerare elemento caratterizzante del temperamento malinconico, quasi una costante. Ritirarsi dalla società per criticarla, come si vedrà, è un costante anche nell'epoca contemporanea.

"L'Urlo" dell'espressionista Munch
Uno dei quadri sulle ninfee dell'impressionista Monet
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Malinconia e Nichilismo

Il nichilismo fu una dottrina di filosofia sviluppatasi tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, a partire da Kant e proseguendo con Nietzsche, considerato il massimo esponente della corrente. È una dottrina filosofica formalmente complessa, poiché attraverso intricati ragionamenti arriva alla conclusione, nella sua componente metafisica, che non si può scindere l'esistenza dall'inesistenza perché queste non hanno caratteristiche ben definite che le distinguono l'una dall'altra. Quando perde valore l'esistenza, perdono valore anche le condizioni morali umane: non ci sono azioni preferibili ad altre, perché la divisione di giusto dallo sbagliato nasce da convinzioni e percezioni errate. Se, per esempio, condanniamo un uomo perché ha ucciso, stiamo affermando che la vita è preziosa. In questo modo perdono senso anche le istituzioni e le leggi su cui si fonda la società umana. Nietzsche divise il nichilismo attivo e il nichilismo passivo. Il nichilismo attivo si basa sulla costruzione di una nuova società fondata su nuovi valori, a seguito del rifiuto dei valori su cui si basa la società. Al contrario, il nichilismo passivo consiste nell'accettare che la morte di Dio è irreparabile. Con "morte di Dio", Nietzsche intendeva la fine di un'epoca segnata da valori umani concreti. Chi accetta la morte di Dio è un Superuomo, segue lo spirito della forza creativa, dell'irrazionalità e del dolore, detto spirito dionisiaco. Si deduce l'animo melanconico del nichilista, depresso e insofferente alla società che lo circonda.

Friedrich Nietzsche
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Poeti Maledetti

Nella seconda metà dell'Ottocento, in Francia, ebbe espressione la poesia simbolista, di cui Charles Baudelaire è considerato il precursore. Il Simbolismo punta alla suggestione del lettore attraverso i simboli celati nelle parole. Baudelaire coniò un termine, "spleen", per descrivere una sensazione di malinconia, profonda noia e generale insoddisfazione derivate dal disagio della vita. La sua è una poesia senza intenti morali e civili, basata sulla "poetica delle corrispondenze": mentre l'uomo comune può solamente avvertire il mistero della natura, i poeti fanno emergere i legami e le corrispondenze che esistono fra tutte le cose. Baudelaire appartiene ai poeti maledetti, che rifiutavano e ripudiavano il consumismo capitalista, conducevano una vita sregolata e abusavano di alcool. I poeti maledetti sono, oltre a Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e Mallarmè, considerato il poeta simbolista per eccellenza.

Verlaine ricercava musicalità attraverso parole vaghe e malinconiche e l'uso di versi brevi.

Rimbaud introdusse il concetto di "poeta veggente", colui che indaga l'ignoto abbandonandosi alle sue visioni, "attraverso il deragliamento dei sensi". Rifiutando qualsiasi caratterizzazione, Rimbaud vedeva un forte legame tra il poeta e il lettore: le parole devono suggestionare l'anima del lettore, per far sì che questo accada, il poeta deve avvalersi di una nuova lingua, "dell'anima per l'anima".

Mallarmè fu un poeta oscuro, enigmatico, sempre alla ricerca di una parola che incarnasse l'essenza della realtà, la "parola pura", priva di significati e ricca di sfaccettature. Pensava di essere privilegiato in quanto poeta, poiché poteva avere accesso ai significati occulti della vita. Si esprimeva attraverso versi brevi, ermetici.

Un linguaggio poetico distante e vicino all'uomo comune
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Surrealismo

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, in un mondo segnato da progressi tecnologici e guerre, il Surrealismo fu la corrente artistica con cui gli artisti esprimevano la propria malinconia interiore, le proprie incertezze sul mondo, rompendo le labili barriere tra esistenza e inesistenza. Una forma d'arte che convisse con un mondo sempre più veloce, come rappresentato dai Futuristi, e che offre essenziali spunti di riflessione. Non solo lo spagnolo Picasso, in particolare nel suo "periodo blu", anche pittori meno conosciuti come l'italiano de Chirico, il quale dipingeva figure solitarie, misteriose, poste in contesti insoliti. E come dimenticare il belga Magritte, il quale inseriva l'assurdo nel reale, confondendo l'osservatore su quale sia la vera realtà, il significato di ciò che vediamo, le diverse percezioni che ne ricaviamo. In fondo, "Ognuno ha la sua luna" disse Magritte.

"Il Chitarrista Cieco" di Picasso
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Ermetismo

L'Ermetismo è una forma di poesia strutturata di frasi brevi e forti, che colpiscono il lettore con la loro semplicità e resilienza. Esponenti di questa corrente letteraria sono Ungaretti, Montale e Quasimodo. I poeti ermetici cercavano di trovare speranza nella natura, nella compagnia, nell'amore, donando valore all'esistenza, rifiutando la barbarie e lo sfarzo umani. Come i simbolisti, gli ermetici selezionavano attentamente le parole, creando immagini che si imprimono nella mente del lettore. Segnati profondamente dalle guerre, in particolare Ungaretti, gli ermetici facevano delle proprie poesie inni alla vita, all'umanità, all'irreparabilità della morte.

Il sole mattutino, tema di Ungaretti
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Malinconia, Nostalgia e Creatività nell'Epoca Contemporanea

Oggi la malinconia, più che dal punto di vista scientifico, viene guardata dal punto di vista romantico. Nessuno, o perlomeno pochi, arriverebbero a considerarla un peccato, un male. Spesso, però, viene confusa con la nostalgia. Si tratta di termini simili, ma di certo differenti. La nostalgia è una sensazione di "ritorno a casa", mentre la malinconia non è dovuta a motivi particolari. Sia il nostalgico che il malinconico percepiscono la mancanza di un qualcosa. Entrambe possono essere sfruttate grazie alla vena creativa, tipica di "chi crea", "chi fa arte", intesa come qualsiasi tipo di arte, come pittura, scrittura, poesia. A questo punto, viene un logico legame con la "Melencolia" di Dürer.

Negli anni, si sono diffuse sempre più forme di arte. La fotografia ha permesso di usufruire di immagini reali, prese dalla vita, seppur sempre influenzate dal temperamento del fotografo, che, come tale, sfrutta le situazioni applicando filtri, scegliendo determinate angolazioni, decidendo oggettivamente cosa fotografare e con che strumento. Le foto, prima in bianco e nero e proprietà esclusiva di ricche élite, sono diventate una risorsa sempre più popolare. Questo cambiamento ha permesso anche la modernizzazione del cinema, prima muto e successivamente sonoro, il quale, mescolando sceneggiatura, immagine e musica, ricrea situazioni di vita reale o immaginaria mediante il lavoro di attori, registi e compositori. La letteratura e l'arte hanno conosciuto nuove forme, come il graffitismo, arte reperibile a tutti, e il dadaismo, un ritorno alle origini, una forma d'arte semplice e giocosa, che, come il graffitismo, fa leva sull'immediatezza.

Nonostante la percezione della malinconia sia cambiata negli anni, è uno stato d'animo sempre affascinante, dal potenziale incredibile, ma anche pericolosa se abusata.

Il passato, spesso, è una "casa" in cui ci sentiamo al sicuro
Macchina fotografica
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Livello 20
4 Mag 2023
Nice second Italian Blog
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Livello 13
6 Mag 2023
Affascinante!
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Livello 40
7 Mag 2023
Grazie!
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Livello 12
7 Mag 2023
Brilliant! I studied the same subject in Latin/Greek class last year, and in French class the year before, so it was a perfect reminder. All these reflexions give a transversal and very complete vision of melancholia through arts and History. Congratulations for this masterpiece! With no doubt one of the best JetPunk blogs, all sections combined.

N.B.: If I'm right, Magritte was Belgian and not French. ;-)

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Livello 40
8 Mag 2023
Thank you so much! I put a lot of effort in it and I'm glad you enjoyed it. And yes, I checked, Magritte was belgian ;).
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Livello 1
9 Mag 2023
Incredible blog! I am a science-leaning person, so there were quite a lot of terms I was unfamiliar with. But overall, a really interesting topic and read! 🙂
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Livello 40
9 Mag 2023
Thank you so much! :)